La mia visione del mondo – Ottimismo escatologico
Darya Aleksandrovna Dugina
[Dalla quarta di copertina]
«Darya Dugina era una pensatrice, una filosofa. Allo stesso tempo, organicamente, era un tutt’uno. Sì, lei si trovava all’inizio del suo percorso filosofico, ed è risaputo che alcuni pensieri e idee richiedono – talvolta in molti anni (o addirittura molti secoli) – una riflessione duratura, ma questa è già un’altra questione. Prima di tutto si deve decidere su un punto fondamentale: se sei filosofo o non lo sei. Darya era una filosofa. Ciò significa che, qualunque sia stato il suo percorso nei mondi della filosofia, di fatto è già prezioso, importante e richiede attenzione. La cosa più difficile è riuscire ad entrare nel territorio della filosofia trovando l’ingresso al palazzo impenetrabile del re. È possibile assediarne le mura quanto a lungo si desideri, ma se ne rimane comunque all’esterno. Irrompere oltre la cinta, ritrovarsi all’interno di un palazzo così saldamente difeso dipende dalla vocazione, dalla Chiamata che un vero pensatore sente nel profondo di se stesso. Darya l’ha sentita». Così, nella Prefazione di questo libro, scrive Aleksandr Dugin, padre di Darya; il libro si chiude con la Postfazione della madre, Natalia Melentyeva, e con una Postilla del traduttore, Eliseo Bertolasi, già amico e collaboratore di Darya, con la quale si è relazionato in Donbass nel corso degli otto anni di aggressione alla popolazione russofona e russofila dell’Ucraina da parte del regime di Kiev.
Il libro raccoglie, per mano di Aleksandr Dugin e Natalia Melentyeva, filosofi oltre che genitori di Darya, gli interventi sulla filosofia che Darya ha tenuto in vari ambiti: università, interviste e trasmissioni radiotelevisive.